MAMMOPLASTICA RIDUTTIVA
Che cos ' è?
Per mammoplastica riduttiva si intende un intervento di chirurgia plastica il cui scopo è di ridurre ghiandole mammarie eccessivamente voluminose e spesso di peso eccessivo. Queste caratteristiche oltre ad indurre un fastidio psicologico ed estetico , dovuto spesso alla sproporzione tra la massa corporea e quella del seno , che per il peso tende ad abbassarsi , provocano anche diversi disturbi come dolore al collo, alle spalle, inarcamento del dorso. Spesso insorgono anche disturbi dermatologici per la continua macerazione del solco sottomammario.
Chi si rivolge al chirurgo plastico?
La paziente che consulta il chirurgo plastico oltre a lamentare sensazione di pesantezza e pienezza, dolori alle ghiandole, fastidi dermatologici, postura inadeguata, incurvamento delle spalle e dolore al collo, desidera anche e soprattutto aver un seno più piccolo ed attraente che spesso de fi nisce " normale " .
Qual è lo scopo della mammoplastica riduttiva?
Scopo dell ' intervento è quello di rimpicciolire le ghiandole mammarie creando un nuovo pro fi lo ed una nuova forma soddisfacendo alle richieste estetiche della paziente e nello stesso tempo eliminando i disturbi correlati ad un seno troppo voluminoso.
A quale età si può intervenire?
Non esiste un ' età de fi nita per ridurre un seno eccessivamente sviluppato, l'esigenza dell'intervento viene avvertita nel momento in cui si presenta il problema. Perciò la fascia d'età è molto varia poiché il problema può presentarsi alla pubertà (gigantomastia verginale), nelle giovani di 16-18 anni (gigantomastia adolescenziale), nelle donne dopo una gravidanza (gigantomastia postgravidica) ed anche dopo la menopausa (gigantomastia postmenopausa). Naturalmente ciascun gruppo di età ha delle caratteristiche anatomiche e delle esigenze estetiche diverse che dovranno condizionare il tipo di trattamento.
Esistono diverse tecniche di intervento?
Le tecniche proposte sono innumerevoli e sarebbe inopportuno descrivere tutte le varianti possibili. Infatti sarà il chirurgo, a cui la paziente si af fi da, a scegliere e a descrivere la tecnica che intende usare in funzione delle caratteristiche anatomiche riscontrate. Si deve valutare forma, dimensione, consistenza della ghiandola, spessore ed elasticità della cute, posizione del capezzolo e dell'areola in relazione sia alla sua posizione iniziale che a quella finale. La valutazione della quantità di tessuto mammario da asportare e lo spostamento del capezzolo e dell'areola nella nuova sede sono i cardini su cui impostare il tipo di intervento e prevedere il volume finale delle mammelle.
Sono necessarie altre valutazioni?
L ' esame fisico della mammella si completa con un' esplorazione dei linfonodi ascellari e sovraclaveari, verifìcando con la palpazione l'eventuale presenza di addensamenti o di lesioni fìbrocistiche diffuse. La valutazione attenta della storia familiare e della paziente deve indirizzare il chirurgo nell' impostare una serie di esami preoperatori che comprendono, oltre agli esami di routine per un intervento in anestesia generale, anche una mammografìa in tutte le pazienti con più di 35 anni e comunque in tutte quelle che abbiano una lesione sospetta o fattori di rischio aumentati.
E ' necessaria l'anestesia generale?
L'intervento necessita di anestesia generale ed anche di un breve ricovero di circa 48 ore. La durata media dell'intervento spesso supera le quattro ore, ma, con le moderne tecniche anestesiologiche, viene superato brillantemente ed il recupero è praticamente immediato.
Come sarà il decorso postoperatorio?
Generalmente ottimo il decorso postoperatorio con modico dolore, facilmente sedabile con comuni analgesici. La terapia antibiotica, già iniziata durante l'intervento, sarà proseguita per altri cinque giorni e potrà essere sospesa dopo il primo controllo. La medicazione, con cerotti sterili di carta porosa, permetterà di indossare immediatamente un reggisen e contentivo.
Ci possono essere complicanze?
Come in tutti gli interventi chirurgici le complicanze sono possibili ma rare, se l'intervento è stato progettato ed eseguito con la dovuta attenzione. Nel caso le complicanze sono dovute a cicatrici inestetiche o ipertrofìche, ad una resezione inadeguata del tessuto ghiandolare e della cute, a cattivo posizionamento del complesso areola-capezzolo, ad infezioni, ad ematomi. La maggior parte delle complicanze possono essere evitate con una programmazione adeguata e precisa, mentre quelle non prevedibili possono essere curate attuando una terapia precoce e seguendo la paziente nel tempo. Molti inestetismi ed irregolarità scompariranno spontaneamente nel giro di pochi mesi. Residueranno comunque delle cicatrici, per lo più di ottima qualità, che comunque, in caso di necessità, potranno subire una revisione in un tempo successivo.
Prof. Dott. Franco Buttafarro
|