SE DIMINUISCI IL CATABOLISMO ACCELERI LA TUA
CRESCITA Gli studi scientifici sulle cause della
crescita muscolare, risalenti a pochi anni addietro,
basavano le loro ricerche su qualsiasi sostanza
capace di aumentare l'anabolismo proteico. In
conformità a tali studi sono stati prodotti
sia integratori naturali che farmaci (steroidi
anabolizzanti, testosterone sintetico...) capaci
di aumentare la sintesi delle proteine muscolari.
Di tutti gli integratori creati per stimolare
l'anabolismo, nessuno di essi ha mostrato mai
gli stessi effetti degli steroidi anabolizzanti.
All'inizio, nonostante gli atleti, in seguito
a sperimentazione personale, dichiarassero l'efficacia
di questi farmaci per l'incremento di forza
e massa muscolare, non furono ascoltati dalla
scienza. I medici credevano che essi fossero
efficaci per un semplice effetto placebo. In
seguito, visto l'uso esteso e l'abuso che si
fece, i ricercatori eseguirono studi più approfonditi
che, alla fine, confermarono le tesi sostenute
dagli atleti.
Da non molto tempo alcuni studiosi
del settore hanno pensato di trovare una nuova
via per rispondere alle esigenze degli atleti.
E' così che hanno iniziato a ragionare in termini
di anticatabolismo. Per questo si è scoperto
che gli steroidi funzionano bene (se si escludono
gli effetti collaterali) semplicemente perché,
oltre a stimolare la sintesi delle proteine,
hanno un alto potere di controllo sui livelli
di cortisolo. In altre parole esplicano il loro
potere sia in senso anabolico (sintesi di nuove
proteine) che anti-catabolico (ridotto potere
di degradazione). Gli integratori prodotti per
stimolare l'anabolismo proteico, non sono efficaci
come gli steroidi semplicemente perché non hanno
anche un effetto anticatabolico. La costruzione
di massa magra è frutto non solo di un aumento
della sintesi proteica, ma anche di un ridotto
catabolismo muscolare. Pensateci bene. L'esercizio
fisico produce diverse variazioni biochimiche
nel nostro corpo. Queste variazioni innescano
delle reazioni sia vantaggiose che svantaggiose
alla crescita muscolare. La sintesi delle proteine
per la costruzione di nuovo tessuto muscolare
è la giusta reazione per la crescita ed il recupero.
La perdita di proteine, dovuta ad un eccessivo
stress, agisce in direzione opposta, impedendo
all'atleta di recuperare velocemente e di ottenere
benefici in termini di forza e massa muscolare.
Il testosterone è un ormone molto anabolico.
Mantenere alti i suoi livelli nel flusso ematico,
significa aumentare l'anabolismo. Il cortisolo
è l'ormone che agisce in antitesi al testosterone.
Un atleta che segue le vecchie teorie sull'anabolismo,
può trovarsi in una delle seguenti fasi: 1)
Anabolismo. Le proteine degradate non
sono poche, ma quelle sintetizzate sono in numero
maggiore. In questa situazione ci sono pochi
atleti geneticamente dotati e/o alle prime armi
con il bodybuilding. La maggior parte delle
persone quando iniziano un programma d'allenamento
con i pesi, indipendentemente da quello che
fanno, ottengono chi più chi meno dei progressi
in termini di forza e massa muscolare. L'allenamento
con i pesi, seppure di bassa intensità rispetto
ad un atleta avanzato, produce degli stimoli
sufficienti alla crescita. Gli effetti negativi
dell'allenamento sono ridotti proprio perché
l'intensità è bassa. Per differenza positiva
egli ottiene dei progressi muscolari. Ciò non
toglie che potrebbe ottenere di più se potesse
aumentare questa differenza riducendo al minimo
il catabolismo muscolare. 2) Mantenimento.
Le proteine degradate sono di pari numero a
quelle sintetizzate. La differenza è zero ed
egli si trova in una fase di stallo in cui mantiene
la muscolatura, ma non riesce ad ottenere dei
progressi. E' il caso più diffuso. Considerando
che quest'atleta ha fatto di tutto per aumentare
l'anabolismo, senza ottenere risultati, non
gli rimane che considerare la via dell'anticatabolismo.
3) Catabolismo. Le proteine degradate
sono in numero maggiore a quelle sintetizzate.
La differenza è negativa (bilancio azotato negativo).
In questa situazione ci sono molti atleti che
non riescono a sentire i sintomi del superallenamento.
Essi non considerano l'importanza del recupero
muscolare e dovrebbero stare molto più attenti
ai livelli di cortisolo rispetto agli altri
due casi. Come si evince da questo quadro sintetico,
e osservando la maggior parte delle persone
che vediamo allenarsi in palestra, coloro che
possono vantare dei continui benefici dall'allenamento
con i pesi sono veramente pochi. E' un esempio
concreto a testimonianza della giusta tesi scientifica
moderna. Le nuove ricerche hanno evidenziato
come sia molto più facile rallentare la velocità
con cui il corpo degrada il tessuto proteico,
rispetto al persistere nell'accelerarne i processi
di sintesi. Quest'obiettivo, da sempre perseguito,
diventa tanto più arduo ed irraggiungibile quanto
più i livelli di cortisolo sono elevati. Il
cortisolo: cos'è e come agisce La ghiandola
pituitaria, posta alla base del cervello, in
seguito a stimoli come l'esercizio fisico, produce
una maggiore quantità di ACTH
(ormone adrenocorticotropico). L'ACTH
è uno tra i responsabili nella regolazione delle
ghiandole surrenali. Più ACTH
significa uno stimolo maggiore per le ghiandole
surrenali a produrre cortisolo e l'ormone prostaglandine
E2. Che il cortisolo sia un ormone catabolico
dell'organismo, è ormai chiaro. Ma ciò non significa
che quest'ormone ha solo degli effetti negativi
sul nostro corpo. Come giustamente afferma il
Dott. Thomas Faley: "Se esiste questa sostanza,
vuol dire che c'è un motivo!". Esistono potenti
agenti anti-catabolici che sopprimono la produzione
di cortisolo. La loro efficacia in questo senso
è alta ma non bisogna prenderla in considerazione.
Il corpo ha bisogno di cortisolo per espletare
altre importanti funzioni tra cui quella anti-infiammatoria
che riguarda da vicino l'allenamento con i pesi.
Uno
degli effetti collaterali più frequentemente
riscontrato nei bodybuilders, che usano farmaci
anti-catabolici per inibire la produzione di
cortisolo, è una riduzione nella flessibilità
delle giunture. In alcuni esse diventano così
rigide da impedire persino i movimenti. L'obiettivo
giusto da perseguire è quello della riduzione
del cortisolo entro limiti ideali. In pratica
significa massimizzare l'anabolismo muscolare
senza arrivare mai alla totale soppressione
del cortisolo. Gli attuali campioni stanno seguendo
questa strada. Le loro schede d'allenamento,
infatti, sono ben diverse da quelle degli atleti
di dieci anni fa. Essi sanno che l'allenamento
con i pesi può generare uno stimolo anabolico
solo se contenuto entro i giusti limiti. La
durata massima della scheda è rigorosamente
contenuta entro l'ora. Entro un'ora avvengono
aumenti dei livelli di testosterone che calano
in media dopo i 60 minuti. Lo stress dell'esercizio
prolungato più di questo limite di tempo, inizia
a promuovere la secrezione di cortisolo da parte
delle ghiandole surrenali. Molti degli atleti
che, nello schema sopra esposto, possono catalogarsi
nel gruppo due e tutti quelli del gruppo tre,
stanno evidentemente sbagliando il controllo
dei propri livelli di cortisolo. Il cortisolo
prodotto in eccesso dalla strenua seduta d'allenamento
spinge gli aminoacidi a separarsi dai muscoli,
proprio quando ne hanno più bisogno per recuperare
dalla fatica. Contemporaneamente, il testosterone
in circolo si riduce fino al 50%. Entrare in
questo stato significa rendere vana l'assunzione
di qualsiasi supplemento dopo l'allenamento.
Aminoacidi e glucosio non riescono a raggiungere
i muscoli perché bloccati da cortisolo, prostaglandine
e infiammazione. I muscoli, restando affamati
per mancanza di nutrienti, sono soggetti al
fenomeno di "cannibalismo muscolare" tecnicamente
noto come catabolismo. Il Dott. Scott Connelly,
forse tutt'ora considerabile come la massima
autorità nel campo dell'anti-catabolismo, ha
fatto uno studio sui livelli di cortisolo negli
atleti che si allenano con i pesi. Lo studio
ha provato come gli atleti che si allenano a
giorni alterni hanno livelli di cortisolo significativamente
più bassi rispetto a coloro che si allenano
per più giorni consecutivi e/o per sedute superiori
ai 60 minuti. Per questi atleti è arduo non
solo aumentare di massa magra, ma anche perdere
grasso. Un gruppo di ricerca della Yale University
ha confermato la tesi esposta dal Dott. Connelly
riportando, su un articolo apparso nel numero
Luglio/Agosto 1993 di Psycology Today, che gli
individui con un alto tasso di cortisolo hanno
una maggior tendenza ad accumulare grasso, specialmente
sul ventre. Solo chi usa farmaci anabolizzanti
può trarre beneficio da un alto numero d'intense
sedute d'allenamento settimanali. Anche l'attività
aerobica, fatta nello stesso giorno in cui ci
si allena con i pesi, porta ad un innalzamento
del catabolismo. Abbiamo visto quindi come regolare
i livelli di cortisolo agendo direttamente sulle
cause. Ma ancora non le abbiamo considerate
tutte. Ciò che stimola, infatti, la ghiandola
pituitaria a promuovere più produzione d'ACTH
(direttamente responsabile dei livelli di cortisolo),
non è solo l'esercizio fisico. Lo stress psicologico
è causa d'aumenti dei livelli di cortisolo al
pari d'allenamenti eccessivi. A volte, lo stile
di vita frenetico ci prende e ci avvolge con
i suoi impegni, le preoccupazioni o altri tipi
di pressione. L'ansia e la tensione che si generano,
portano i livelli di cortisolo a picchi alti
più volte nella giornata. E' il momento di fare
il punto della situazione e ricorrere a piccole
pause per attuare tecniche di autorilassamento,
quali ad esempio la meditazione, il training
autogeno o il semplice uso di suoni e stimoli
visivi capaci di riportarci ad uno stato più
sereno. Questo
permette non solo di abbassare i livelli di
cortisolo, ma anche di affrontare al meglio
i problemi in modo da non prendere decisioni
sbagliate. A volte può essere d'aiuto anche
ascoltare musica o tipi di suoni rilassanti
in cuffia mentre si lavora (Se è consentito!).
Fosfatildiserina, una sostanza essenziale La
moderna ricerca scientifica che si muove nel
verso dell'anti-catabolismo, sta studiando quali
sono le sostanze che riescono a dare benefici
in questi termini. Dopo diversi anni di studi,
una nuova interessante meta sembra essere raggiunta.
Ed essa prende il nome di FOSFATILDISERINA
(PS). La PS fa parte della famiglia dei fosfolipidi
che permettono la coesione delle molecole costituenti
la membrana cellulare, favorendo il processo
omeostatico. La struttura chimica dei fosfolipidi
comprende un gruppo fosforico ed una doppia
catena d'acidi grassi saturi o insaturi. Quando
ancora non erano conosciute le proprietà della
PS quale sostanza anti-catabolica, essa aveva
già suscitato interesse per come agisce sulle
cellule nervose, favorendone la comunicazione
tra loro. Per queste sue qualità, la PS è stata
usata per la preparazione di prodotti adatti
a migliorare le capacità mnemoniche e cognitive.
In questo senso essa agisce favorendo l'accumulo,
l'immagazzinamento ed il rilascio di neurotrasmettitori
come la dopamina. Non a caso, la PS è molto
più abbondante nel cervello che in qualunque
altra parte del corpo. Già questa sua caratteristica
può farla considerare un ottimo aiuto per chi
vuole migliorare la prestazione atletica. Un
sistema neuro-muscolare più efficiente può significare
maggiore espressione di forza durante gli allenamenti,
con vantaggi anche in termini di stimolo alla
crescita muscolare. Ma in questa sede ci occupiamo
di analizzare i vantaggi della PS in termini
d'anti-catabolismo che sono altrettanto notevoli.
Questa sostanza sembra essere proprio la risposta
ai problemi indotti dagli eccessi di cortisolo.
Come numerosi studi hanno provato, essa non
solo riduce l'aumento di cortisolo determinato
dall'esercizio fisico, ma ne smorza la risposta.
Essa modera la produzione di cortisolo agendo
direttamente sull'ACTH. E' un integratore naturale,
e per questo la sua funzione è di ridurre le
quantità di cortisolo a livelli accettabili,
senza per questo sopprimerli completamente.
Gli studi al riguardo sono tre, due dei quali
sono stati pubblicati su riviste scientifiche.
I primi due studi ad opera di Palmiero Monteleone,
furono pubblicati su Neuroendocrinology nel
1990. Il primo ha usato un gruppo d'atleti in
allenamento su un cicloergometro. Ad alcuni
di loro sono state somministrate dosi di 50
e 75 mg di FOSFATILDISERINA per via endovenosa.
Ai soggetti dello studio sono stati presi campioni
di sangue, prima, durante e dopo l'esercizio.
I soggetti che hanno ricevuto la PS hanno riportato
dei livelli di cortisolo del 33% e del 45% in
meno degli altri. Il secondo studio di Monteleone
ha utilizzato dosi di PS di 400 e 800 mg per
somministrazione orale. Il calo del cortisolo
riportato in questo caso ha mostrato una riduzione
di 16% e 25% in più rispetto agli altri atleti
appartenenti al gruppo di controllo. Il terzo
studio lo ha svolto dal professor Thomas Fahey
dell'Università di Stato della
California.
Il gruppo sottoposto all'esperimento, composto
da dieci atleti di forza, in seguito alla somministrazione
di PS ha rilevato: " Ridotta sensazione di fatica
" Elevati livelli di testosterone durante l'allenamento
" Riduzione del 25% del tasso di cortisolo nel
sangue Lo studio di Fahey si è svolto seguendo
la tecnica a doppio-cieco, incrociato ed ha
utilizzato quantitativi di PS di 800 mg come
nel secondo studio di Monteleone, ma è stato
molto più interessante perché svolto su atleti
che si allenavano con i pesi. Gli atleti sono
stati sottoposti ad un allenamento molto intenso
della cadenza di quattro volte settimanali,
con l'intenzione di indurli al superallenamento.
Gli atleti hanno assunto PS durante periodi
di due settimane intervallati da un periodo
in cui hanno preso un placebo. I risultati mostrati
dallo studio di Fahey hanno confermato l'importanza
della PS, evidenziato da Monteleone, per migliorare
il recupero muscolare. La PS trattiene le proteine
che compongono le membrane cellulari evitando
così il degradamento muscolare. Allo stesso
tempo ottimizza i processi di scambio intracellulare,
migliorando la permeabilità, per l'entrata delle
sostanze nutritive e per la fuoriuscita dei
prodotti di scarto del metabolismo cellulare.
Nei comuni alimenti, la PS è scarsamente presente.
Il nostro organismo non riesce a produrla da
solo facilmente. Per questo la supplementazione
di PS è oggi un argomento di notevole importanza
per gli atleti. La PS non ha effetti collaterali
rilevanti. Alcuni hanno rilevato nausea nell'assumere
dosi superiori a 500 mg. Questi stessi effetti,
però, scompaiono se si assume la PS dopo i pasti.
La dose raccomandata di PS è di 100/300 mg al
giorno, ma se si vuole lo stesso risultato riportato
dagli studi di Monteleone, allora è necessario
usare dosaggi di 400/800mg. Essendo un potente
stimolatore delle funzioni cerebrali, si consiglia
di non assumerla prima di andare a letto perché
può rendere difficile il sonno. Personalmente
consiglio a tutti gli atleti Natural che seguo
di far uso di un buon integratore in grado di
contrastare il cortisolo e il catabolismo indotto
che ne deriva. Per un giovane ottenere progressi
veloci dall'allenamento con i pesi significa
poter vedere molto più lontano in termini d'obiettivi
possibili da realizzare. Se esiste un metodo
per accelerare il cammino della crescita muscolare,
tanto vale usarlo subito. Ultimate Italia
consiglia CORTI
STOP che contiene Fosfatidilserina
(PS) e aiuta a ridurre il cortisolo anche
in misura del 30%, come abbiamo visto negli
studi di cui sopra. Inoltre è dimostrato pure
che la PS aiuta a migliorare la memoria e la
concentrazione... e si sa, come diceva Arnold,
uno degli attrezzi più importanti nel bodybuilding
è proprio la mente. Essendo tutto collegato
allo stress e producendo lo stress i radicali
liberi, CORTI
STOP contiene anche importanti antiossidanti
quali la vitamina C, la vitamina E, il selenio,
il beta-carotene. La vitamina B6 è aggiunta
come ottimizzatore del metabolismo dei carboidrati.
Non pensate che l'aggiunta di arginina al CORTI
STOP sia solo per inserire un aminoacido
di "richiamo" per il consumatore. L'arginina
favorisce l'aumento della sintesi proteica e
aiutando la circolazione permette di apportare
ossigeno ai muscoli e rimuovere i prodotti di
scarto. Il risultato è che si riesce a limitare
l'affaticamento muscolare e a migliorare la
resistenza.