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Salvatore Solimeno Un campione del mondo e Testimonial ULTIMATE ITALIA vi scrive:

SE DIMINUISCI IL CATABOLISMO ACCELERI LA TUA CRESCITA Gli studi scientifici sulle cause della crescita muscolare, risalenti a pochi anni addietro, basavano le loro ricerche su qualsiasi sostanza capace di aumentare l'anabolismo proteico. In conformità a tali studi sono stati prodotti sia integratori naturali che farmaci (steroidi anabolizzanti, testosterone sintetico...) capaci di aumentare la sintesi delle proteine muscolari. Di tutti gli integratori creati per stimolare l'anabolismo, nessuno di essi ha mostrato mai gli stessi effetti degli steroidi anabolizzanti. All'inizio, nonostante gli atleti, in seguito a sperimentazione personale, dichiarassero l'efficacia di questi farmaci per l'incremento di forza e massa muscolare, non furono ascoltati dalla scienza. I medici credevano che essi fossero efficaci per un semplice effetto placebo. In seguito, visto l'uso esteso e l'abuso che si fece, i ricercatori eseguirono studi più approfonditi che, alla fine, confermarono le tesi sostenute dagli atleti.

Da non molto tempo alcuni studiosi del settore hanno pensato di trovare una nuova via per rispondere alle esigenze degli atleti. E' così che hanno iniziato a ragionare in termini di anticatabolismo. Per questo si è scoperto che gli steroidi funzionano bene (se si escludono gli effetti collaterali) semplicemente perché, oltre a stimolare la sintesi delle proteine, hanno un alto potere di controllo sui livelli di cortisolo. In altre parole esplicano il loro potere sia in senso anabolico (sintesi di nuove proteine) che anti-catabolico (ridotto potere di degradazione). Gli integratori prodotti per stimolare l'anabolismo proteico, non sono efficaci come gli steroidi semplicemente perché non hanno anche un effetto anticatabolico. La costruzione di massa magra è frutto non solo di un aumento della sintesi proteica, ma anche di un ridotto catabolismo muscolare. Pensateci bene. L'esercizio fisico produce diverse variazioni biochimiche nel nostro corpo. Queste variazioni innescano delle reazioni sia vantaggiose che svantaggiose alla crescita muscolare. La sintesi delle proteine per la costruzione di nuovo tessuto muscolare è la giusta reazione per la crescita ed il recupero. La perdita di proteine, dovuta ad un eccessivo stress, agisce in direzione opposta, impedendo all'atleta di recuperare velocemente e di ottenere benefici in termini di forza e massa muscolare. Il testosterone è un ormone molto anabolico. Mantenere alti i suoi livelli nel flusso ematico, significa aumentare l'anabolismo. Il cortisolo è l'ormone che agisce in antitesi al testosterone. Un atleta che segue le vecchie teorie sull'anabolismo, può trovarsi in una delle seguenti fasi: 1) Anabolismo. Le proteine degradate non sono poche, ma quelle sintetizzate sono in numero maggiore. In questa situazione ci sono pochi atleti geneticamente dotati e/o alle prime armi con il bodybuilding. La maggior parte delle persone quando iniziano un programma d'allenamento con i pesi, indipendentemente da quello che fanno, ottengono chi più chi meno dei progressi in termini di forza e massa muscolare. L'allenamento con i pesi, seppure di bassa intensità rispetto ad un atleta avanzato, produce degli stimoli sufficienti alla crescita. Gli effetti negativi dell'allenamento sono ridotti proprio perché l'intensità è bassa. Per differenza positiva egli ottiene dei progressi muscolari. Ciò non toglie che potrebbe ottenere di più se potesse aumentare questa differenza riducendo al minimo il catabolismo muscolare. 2) Mantenimento. Le proteine degradate sono di pari numero a quelle sintetizzate. La differenza è zero ed egli si trova in una fase di stallo in cui mantiene la muscolatura, ma non riesce ad ottenere dei progressi. E' il caso più diffuso. Considerando che quest'atleta ha fatto di tutto per aumentare l'anabolismo, senza ottenere risultati, non gli rimane che considerare la via dell'anticatabolismo. 3) Catabolismo. Le proteine degradate sono in numero maggiore a quelle sintetizzate. La differenza è negativa (bilancio azotato negativo). In questa situazione ci sono molti atleti che non riescono a sentire i sintomi del superallenamento. Essi non considerano l'importanza del recupero muscolare e dovrebbero stare molto più attenti ai livelli di cortisolo rispetto agli altri due casi. Come si evince da questo quadro sintetico, e osservando la maggior parte delle persone che vediamo allenarsi in palestra, coloro che possono vantare dei continui benefici dall'allenamento con i pesi sono veramente pochi. E' un esempio concreto a testimonianza della giusta tesi scientifica moderna. Le nuove ricerche hanno evidenziato come sia molto più facile rallentare la velocità con cui il corpo degrada il tessuto proteico, rispetto al persistere nell'accelerarne i processi di sintesi. Quest'obiettivo, da sempre perseguito, diventa tanto più arduo ed irraggiungibile quanto più i livelli di cortisolo sono elevati. Il cortisolo: cos'è e come agisce La ghiandola pituitaria, posta alla base del cervello, in seguito a stimoli come l'esercizio fisico, produce una maggiore quantità di ACTH (ormone adrenocorticotropico). L'ACTH è uno tra i responsabili nella regolazione delle ghiandole surrenali. Più ACTH significa uno stimolo maggiore per le ghiandole surrenali a produrre cortisolo e l'ormone prostaglandine E2. Che il cortisolo sia un ormone catabolico dell'organismo, è ormai chiaro. Ma ciò non significa che quest'ormone ha solo degli effetti negativi sul nostro corpo. Come giustamente afferma il Dott. Thomas Faley: "Se esiste questa sostanza, vuol dire che c'è un motivo!". Esistono potenti agenti anti-catabolici che sopprimono la produzione di cortisolo. La loro efficacia in questo senso è alta ma non bisogna prenderla in considerazione. Il corpo ha bisogno di cortisolo per espletare altre importanti funzioni tra cui quella anti-infiammatoria che riguarda da vicino l'allenamento con i pesi. Uno degli effetti collaterali più frequentemente riscontrato nei bodybuilders, che usano farmaci anti-catabolici per inibire la produzione di cortisolo, è una riduzione nella flessibilità delle giunture. In alcuni esse diventano così rigide da impedire persino i movimenti. L'obiettivo giusto da perseguire è quello della riduzione del cortisolo entro limiti ideali. In pratica significa massimizzare l'anabolismo muscolare senza arrivare mai alla totale soppressione del cortisolo. Gli attuali campioni stanno seguendo questa strada. Le loro schede d'allenamento, infatti, sono ben diverse da quelle degli atleti di dieci anni fa. Essi sanno che l'allenamento con i pesi può generare uno stimolo anabolico solo se contenuto entro i giusti limiti. La durata massima della scheda è rigorosamente contenuta entro l'ora. Entro un'ora avvengono aumenti dei livelli di testosterone che calano in media dopo i 60 minuti. Lo stress dell'esercizio prolungato più di questo limite di tempo, inizia a promuovere la secrezione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali. Molti degli atleti che, nello schema sopra esposto, possono catalogarsi nel gruppo due e tutti quelli del gruppo tre, stanno evidentemente sbagliando il controllo dei propri livelli di cortisolo. Il cortisolo prodotto in eccesso dalla strenua seduta d'allenamento spinge gli aminoacidi a separarsi dai muscoli, proprio quando ne hanno più bisogno per recuperare dalla fatica. Contemporaneamente, il testosterone in circolo si riduce fino al 50%. Entrare in questo stato significa rendere vana l'assunzione di qualsiasi supplemento dopo l'allenamento. Aminoacidi e glucosio non riescono a raggiungere i muscoli perché bloccati da cortisolo, prostaglandine e infiammazione. I muscoli, restando affamati per mancanza di nutrienti, sono soggetti al fenomeno di "cannibalismo muscolare" tecnicamente noto come catabolismo. Il Dott. Scott Connelly, forse tutt'ora considerabile come la massima autorità nel campo dell'anti-catabolismo, ha fatto uno studio sui livelli di cortisolo negli atleti che si allenano con i pesi. Lo studio ha provato come gli atleti che si allenano a giorni alterni hanno livelli di cortisolo significativamente più bassi rispetto a coloro che si allenano per più giorni consecutivi e/o per sedute superiori ai 60 minuti. Per questi atleti è arduo non solo aumentare di massa magra, ma anche perdere grasso. Un gruppo di ricerca della Yale University ha confermato la tesi esposta dal Dott. Connelly riportando, su un articolo apparso nel numero Luglio/Agosto 1993 di Psycology Today, che gli individui con un alto tasso di cortisolo hanno una maggior tendenza ad accumulare grasso, specialmente sul ventre. Solo chi usa farmaci anabolizzanti può trarre beneficio da un alto numero d'intense sedute d'allenamento settimanali. Anche l'attività aerobica, fatta nello stesso giorno in cui ci si allena con i pesi, porta ad un innalzamento del catabolismo. Abbiamo visto quindi come regolare i livelli di cortisolo agendo direttamente sulle cause. Ma ancora non le abbiamo considerate tutte. Ciò che stimola, infatti, la ghiandola pituitaria a promuovere più produzione d'ACTH (direttamente responsabile dei livelli di cortisolo), non è solo l'esercizio fisico. Lo stress psicologico è causa d'aumenti dei livelli di cortisolo al pari d'allenamenti eccessivi. A volte, lo stile di vita frenetico ci prende e ci avvolge con i suoi impegni, le preoccupazioni o altri tipi di pressione. L'ansia e la tensione che si generano, portano i livelli di cortisolo a picchi alti più volte nella giornata. E' il momento di fare il punto della situazione e ricorrere a piccole pause per attuare tecniche di autorilassamento, quali ad esempio la meditazione, il training autogeno o il semplice uso di suoni e stimoli visivi capaci di riportarci ad uno stato più sereno. Questo permette non solo di abbassare i livelli di cortisolo, ma anche di affrontare al meglio i problemi in modo da non prendere decisioni sbagliate. A volte può essere d'aiuto anche ascoltare musica o tipi di suoni rilassanti in cuffia mentre si lavora (Se è consentito!). Fosfatildiserina, una sostanza essenziale La moderna ricerca scientifica che si muove nel verso dell'anti-catabolismo, sta studiando quali sono le sostanze che riescono a dare benefici in questi termini. Dopo diversi anni di studi, una nuova interessante meta sembra essere raggiunta. Ed essa prende il nome di FOSFATILDISERINA (PS). La PS fa parte della famiglia dei fosfolipidi che permettono la coesione delle molecole costituenti la membrana cellulare, favorendo il processo omeostatico. La struttura chimica dei fosfolipidi comprende un gruppo fosforico ed una doppia catena d'acidi grassi saturi o insaturi. Quando ancora non erano conosciute le proprietà della PS quale sostanza anti-catabolica, essa aveva già suscitato interesse per come agisce sulle cellule nervose, favorendone la comunicazione tra loro. Per queste sue qualità, la PS è stata usata per la preparazione di prodotti adatti a migliorare le capacità mnemoniche e cognitive. In questo senso essa agisce favorendo l'accumulo, l'immagazzinamento ed il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina. Non a caso, la PS è molto più abbondante nel cervello che in qualunque altra parte del corpo. Già questa sua caratteristica può farla considerare un ottimo aiuto per chi vuole migliorare la prestazione atletica. Un sistema neuro-muscolare più efficiente può significare maggiore espressione di forza durante gli allenamenti, con vantaggi anche in termini di stimolo alla crescita muscolare. Ma in questa sede ci occupiamo di analizzare i vantaggi della PS in termini d'anti-catabolismo che sono altrettanto notevoli. Questa sostanza sembra essere proprio la risposta ai problemi indotti dagli eccessi di cortisolo. Come numerosi studi hanno provato, essa non solo riduce l'aumento di cortisolo determinato dall'esercizio fisico, ma ne smorza la risposta. Essa modera la produzione di cortisolo agendo direttamente sull'ACTH. E' un integratore naturale, e per questo la sua funzione è di ridurre le quantità di cortisolo a livelli accettabili, senza per questo sopprimerli completamente. Gli studi al riguardo sono tre, due dei quali sono stati pubblicati su riviste scientifiche. I primi due studi ad opera di Palmiero Monteleone, furono pubblicati su Neuroendocrinology nel 1990. Il primo ha usato un gruppo d'atleti in allenamento su un cicloergometro. Ad alcuni di loro sono state somministrate dosi di 50 e 75 mg di FOSFATILDISERINA per via endovenosa. Ai soggetti dello studio sono stati presi campioni di sangue, prima, durante e dopo l'esercizio. I soggetti che hanno ricevuto la PS hanno riportato dei livelli di cortisolo del 33% e del 45% in meno degli altri. Il secondo studio di Monteleone ha utilizzato dosi di PS di 400 e 800 mg per somministrazione orale. Il calo del cortisolo riportato in questo caso ha mostrato una riduzione di 16% e 25% in più rispetto agli altri atleti appartenenti al gruppo di controllo. Il terzo studio lo ha svolto dal professor Thomas Fahey dell'Università di Stato della

California. Il gruppo sottoposto all'esperimento, composto da dieci atleti di forza, in seguito alla somministrazione di PS ha rilevato: " Ridotta sensazione di fatica " Elevati livelli di testosterone durante l'allenamento " Riduzione del 25% del tasso di cortisolo nel sangue Lo studio di Fahey si è svolto seguendo la tecnica a doppio-cieco, incrociato ed ha utilizzato quantitativi di PS di 800 mg come nel secondo studio di Monteleone, ma è stato molto più interessante perché svolto su atleti che si allenavano con i pesi. Gli atleti sono stati sottoposti ad un allenamento molto intenso della cadenza di quattro volte settimanali, con l'intenzione di indurli al superallenamento. Gli atleti hanno assunto PS durante periodi di due settimane intervallati da un periodo in cui hanno preso un placebo. I risultati mostrati dallo studio di Fahey hanno confermato l'importanza della PS, evidenziato da Monteleone, per migliorare il recupero muscolare. La PS trattiene le proteine che compongono le membrane cellulari evitando così il degradamento muscolare. Allo stesso tempo ottimizza i processi di scambio intracellulare, migliorando la permeabilità, per l'entrata delle sostanze nutritive e per la fuoriuscita dei prodotti di scarto del metabolismo cellulare. Nei comuni alimenti, la PS è scarsamente presente. Il nostro organismo non riesce a produrla da solo facilmente. Per questo la supplementazione di PS è oggi un argomento di notevole importanza per gli atleti. La PS non ha effetti collaterali rilevanti. Alcuni hanno rilevato nausea nell'assumere dosi superiori a 500 mg. Questi stessi effetti, però, scompaiono se si assume la PS dopo i pasti. La dose raccomandata di PS è di 100/300 mg al giorno, ma se si vuole lo stesso risultato riportato dagli studi di Monteleone, allora è necessario usare dosaggi di 400/800mg. Essendo un potente stimolatore delle funzioni cerebrali, si consiglia di non assumerla prima di andare a letto perché può rendere difficile il sonno. Personalmente consiglio a tutti gli atleti Natural che seguo di far uso di un buon integratore in grado di contrastare il cortisolo e il catabolismo indotto che ne deriva. Per un giovane ottenere progressi veloci dall'allenamento con i pesi significa poter vedere molto più lontano in termini d'obiettivi possibili da realizzare. Se esiste un metodo per accelerare il cammino della crescita muscolare, tanto vale usarlo subito. Ultimate Italia consiglia CORTI STOP che contiene Fosfatidilserina (PS) e aiuta a ridurre il cortisolo anche in misura del 30%, come abbiamo visto negli studi di cui sopra. Inoltre è dimostrato pure che la PS aiuta a migliorare la memoria e la concentrazione... e si sa, come diceva Arnold, uno degli attrezzi più importanti nel bodybuilding è proprio la mente. Essendo tutto collegato allo stress e producendo lo stress i radicali liberi, CORTI STOP contiene anche importanti antiossidanti quali la vitamina C, la vitamina E, il selenio, il beta-carotene. La vitamina B6 è aggiunta come ottimizzatore del metabolismo dei carboidrati. Non pensate che l'aggiunta di arginina al CORTI STOP sia solo per inserire un aminoacido di "richiamo" per il consumatore. L'arginina favorisce l'aumento della sintesi proteica e aiutando la circolazione permette di apportare ossigeno ai muscoli e rimuovere i prodotti di scarto. Il risultato è che si riesce a limitare l'affaticamento muscolare e a migliorare la resistenza.

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