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 HOME PAGE > Walkexercise: La respirazione 1^
Perchè è importante saper controllare la respirazione? Che cosa succede al Nostro organismo quando è in affanno? Che cos'è la respirazione diaframmatica?...e la soglia aerobica? Tutte le risposte che cercavi eccole qui:

Con la respirazione polmonare, effettuiamo una esigenza vitale del nostro organismo facendo scambi gassosi tra l'atmosfera e il sangue. Il nostro organismo necessita, fra le tante cose, di introdurre ossigeno e espellere anidride carbonica. Grazie all'emoglobina nel sangue avviene il trasporto di ossigeno a tutte le cellule e il trasporto di anidride carbonica da tutte le cellule ai polmoni che lo liberano all'esterno.

Ciclo respiratorio

Ogni polmone ha, grosso modo, una forma di cono con un apice arrotondato. I due polmoni non sono esattamente simmetrici: il destro è suddiviso in tre lobi (superiore, medio ed inferiore), mentre il sinistro ne ha solo due (superiore ed inferiore); ma hanno circa lo stesso volume. L'aria passa prima dal naso poi alla laringe, la trachea e i bronchi principali (destro e sinistro), da dove si dipartono i bronchi di primo ordine (vanno ai lobi) e via via suddividendosi in rami sempre più minuti, gli ultimi dei quali, i bronchioli terminali, portano l'aria al tessuto polmonare che è un tessuto elastico che si contrae su sé stesso. Il tessuto polmonare è, schematicamente, un'interfaccia tra aria e sangue. L'ossigeno, dall'aria presente nei bronchioli, attraversando questa interfaccia si riversa nel sangue. Il contrario avviene per l'anidride carbonica che dal sangue, attraversando la stessa interfaccia, si riversa nel lume dei bronchioli terminali da cui verrà esplulsa all'esterno con l'atto espiratorio.

Inspirazione ed espirazione

Di ogni polmone si descrive una parte inferiore, detta basale, una intermedia e una superiore, detta apicale. Questi termini ci sono utili per descrivere come avviene la meccanica respiratoria. Descriviamo un ciclo respiratorio completo come una espirazione seguita da una inspirazione. Se il respiro si ferma subito dopo vuotati i polmoni, parliamo di apnea post - espiratoria. Se il respiro si ferma subito dopo riempiti i polmoni, parliamo di apnea post - inspiratoria. L'espirazione inizia vuotando prima le basi polmonari, poi la parte media (contraendo le coste e rimpicciolendo la cassa toracica) ed infine la parte alta abbassando le spalle. Segue l'inspirazione (sempre dal naso, in condizioni ottimali) in cui si riempiono prima le basi polmonari, poi la parte media dei polmoni (esternamente avremo una espansione della gabbia toracica), infine si avrà il riempimento della parte alta dei polmoni (esternamente si vedrà un sollevamento delle clavicola e delle spalle). Al termine di quest'atto inspiratorio inizierà una nuova espirazione, e così via. Il numero medio di cicli respiratori al minuto, detto frequenza respiratoria è circa 14 - 16. In condizioni di stress aumenta, mentre in condizioni di rilassamento diminuisce. Individui particolari, ad esempio un atleta che non stia sotto sforzo, possono avere una frequenza a riposo molto inferiore a 14. Anche individui che esercitano particolari discipline, come la meditazione o lo yoga, sono capaci di raggiungere frequenze respiratorie molto basse, come un ciclo respiratorio al minuto o anche meno. Il motivo è, fisiologicamente, semplice: in particolari condizioni di rilassamento il metabolismo diminuisce e conseguentemente si riduce la richiesta di ossigeno da parte di tutti i tessuti; per l'organismo non ha più senso mantenere il solito ritmo respiratorio: dunque cala la frequenza respiratoria. Quello sopra descritto è un ciclo respiratorio pieno o completo. Quando siamo in uno stato psicofisico rilassato, la respirazione fisiologica prevede il solo vuotamento e riempimento delle basi polmonari. Se, per qualunque motivo, necessitiamo di più ossigeno allora si inizieranno a riempire anche le parti medie polmonari. Se andiamo sotto sforzo possiamo infine riempire anche gli apici polmonari. Dopo di ciò dovremo aumentare la frequenza respiratoria. Sotto forte carenza di ossigeno cominceremo a respirare con la bocca. C'è un punto di saturazione oltre il quale l'organismo non può andare senza subire conseguenze. L'efficienza della inspirazione è attiva e sta nella muscolatura, ma l'efficienza della espirazione è soprattutto passiva ed è dovuta al ritorno elastico del tessuto polmonare: cioè questo si contrae vuotando l'aria perché sono soprattutto le fibre elastiche di esso che lo fanno contrarre. Quindi l'efficienza della respirazione diminuisce con l'aumentare della frequenza: perché accorciandosi il tempo di espirazione si toglie alle fibre elastiche la possibilità di contrarsi fino in fondo e allora aumenterà il ristagno d'aria ricca di anidride carbonica nei polmoni. Considerazione importante è che una espirazione lenta e prolungata è molto più efficiente di una veloce e breve.

Respirazione diaframmatica

Il diaframma è di importanza basale .Esso si trova sotto le basi polmonari. Per comprenderne appieno le funzioni dobbiamo immaginarlo con una forma di una cupola. Questo è un muscolo molto potente: si àncora alla 2°-3°-4° vertebra lombare, alle ultime sei costole (dalla 7° alla 12°) e alla parte più bassa dello sterno attraverso il processo xifoideo, ma anteriormente si intreccia col muscolo trasverso dell'addome. In fase inspiratoria il diaframma si contrae e tira verso il basso la cupola diaframmatica che, appiattendosi, trascina con sé le basi polmonari, che si espandono. Respirando è quindi bene: · Mantenere una postura eretta; · Durante l'inspirazione, mantenere un certo grado di contrazione addominale; Così facendo consentiamo al diaframma di contrarsi in modo ottimale, essendo saldi non solo i suoi punti di ancoraggio ossei, ma anche i punti di intreccio con il muscolo trasverso dell'addome. Un efficiente lavoro del diaframma ha inoltre positivo effetto secondario sulla ossigenazione dei tessuti: quando esso si contrae si appiattisce contro i visceri addominali e ne spreme il sangue, convogliandolo più rapidamente a tornare verso il cuore e verso i polmoni: dunque partecipa, anche con questa azione indiretta, a migliorare la ossigenazione del sangue di tutto l'organismo, specialmente del sangue degli organi addominali. Possiamo ora aggiungere che l'inspirazione basale, con espansione delle basi polmonari, viene anche detta inspirazione bassa o diaframmatica. Mentre quella media è detta anche costale (si sollevano le coste); e quella alta è detta anche clavicolare (si sollevano le clavicole). L'attività fisica determina un aumento della richiesta di ossigeno da parte dei tessuti, che impegna appieno il sistema respiratorio aumentando la frequenza degli atti respiratori, ma soprattutto la profondità (Solo in presenza di Ossigeno i muscoli sono in grado di contrarsi).

In condizioni di attività elevate la ventilazione può passare dai 7-10 litri di aria al minuto (riposo) a 180 l/minuto (massimo sforzo), componendosi di una fase iniziale rapida (entro pochi atti respiratori) e di una lenta che si attua durante tutto il periodo di sforzo; al termine l'iperventilazione si riduce entro pochi atti respiratori del 60%, per tornare ai valori di base entro pochi minuti. Il rapporto diretto fra ventilazione, consumo di ossigeno e lavoro muscolare determina il mantenimento del livello di attività fisica; nel momento in cui la richiesta di ossigeno dei muscoli è superiore all'apporto d'ossigeno, si ha produzione di acido lattico che non viene più smaltito, con conseguente insorgenza della fatica muscolare ed arresto dell'attività fisica.

Esiste una cadenza respiratoria durante la camminata e/o la corsa? La risposta è SI: Sono state fatte ricerche per individuare qual'è l'ottimale frequenza respiratoria quando si è sotto sforzo, e come soggetti di riferimento sono stati presi corridori. Un'attenta osservazione fatta dai fisiologi che studiano l'organismo sotto sforzo, ha rilevato che gli atleti forti respirano con una cadenza definita "2 a 2" quando lo sforzo è quello di una gara su distanza compresa tra i 5 e i 15 chilometri. Ciò sta ad indicare che l'inspirazione dura il tempo impiegato per fare due passi, ed altrettanto dura l'espirazione: in pratica il ciclo respiratorio (inspirazione + espirazione) dura quattro passi. Siccome la cadenza ottimale di passi è quella di 180 al minuto , risulta che nello stesso periodo si fanno 45 respirazioni (180 : 4 = 45). La frequenza respiratoria di "2 a 2", che è piuttosto rapida, consente ad ogni modo un respiro adeguatamente profondo, ma abbastanza rilassato. Si può arrivare anche ad una cadenza respiratoria di "3 a 3" quando l'andatura di corsa è più facile, come quella compresa tra la corsa lenta e la corsa medio - svelta.

Una frequenza più rapida, invece, determina una respirazione superficiale con l'impossibilità di riempire completamente i polmoni d'aria. Alcuni podisti "inesperti" si impongono anche una respirazione squilibrata con una cadenza di 3 a 2, oppure di 2 a 3, o anche 1 a 2, oppure 2 a 1. Alterare la regolare frequenza respiratoria significa forzare l'azione, sottoponendo ad una maggiore attività i muscoli respiratori; ci sono infatti dei podisti che espirano forzatamente (ed in maniera rumorosa) per buttare fuori in fretta l'aria. Per il maggior impegno muscolare, e quindi un più elevato consumo di energie, questo metodo è sconsigliato. Il walkexercise è essenzialmente uno sport aerobico, e ciò significa che i muscoli lavorano al meglio in presenza di un'adeguata quantità d'ossigeno, che arriva loro grazie all'aria inspirata dai polmoni e trasportata dal sangue. Quanto più intenso è lo sforzo tanto maggiore è la quantità d'ossigeno che i muscoli utilizzano, finché non si arriva ad un momento in cui l'impegno fisico è così elevato che l'ossigeno non è più sufficiente ed i muscoli, per continuare a sostenere lo sforzo, producono in quantità elevata l'acido lattico. Ecco quindi che la respirazione è un aspetto importante per ogni disciplina sportiva nel fitness Ogni utente può svolgere degli esercizi specifici che migliorano il tono e l'efficienza dei muscoli respiratori (intercostali esterni ed interni, elevatori delle costole, scaleni e diaframma), come ad esempio ampie circonduzioni delle braccia e delle spalle, associati anche ad atti inspiratori ed espiratori profondi. La stessa stimolazione respiratoria che si ha durante la corsa, soprattutto quando si corre ad andature elevate, è sufficiente a migliorare l'efficienza dei muscoli della respirazione.

Fino a pochi anni fa, il consiglio che i genitori davano ai figli che facevano attività sportiva era di respirare sempre con il naso perché si credeva che arrivasse più aria, che fosse più pulita e ad una temperatura ideale per non danneggiare le vie respiratorie e i polmoni. Ma se questo suggerimento è valido per gli ultimi due aspetti, non lo è invece per il primo: respirando con il naso entra meno aria rispetto a quando si respira con la bocca. E' vero invece che la respirazione nasale rende l'aria più pulita in quanto i peli e le ciglia delle cellule epiteliali del naso depurano l'aria da eventuali polveri. Per quanto riguarda invece la temperatura dell'aria inspirata, respirare con il naso è certamente consigliabile quando fa molto freddo, di solito quando la temperatura è inferiore a 0°.

Per prepararsi all'attività di Walkexercise riscaldiamo i muscoli con una andatura lenta, incrementando mano a mano il ritmo e l'intensità del lavoro muscolare. Ad un certo punto la respirazione inizia ad essere irregolare e si comincia a fare fatica. Fino a questo momento abbiamo respirato bene e quindi abbiamo fornito ai muscoli la quantità di ossigeno che serviva per i processi di produzione di energia: abbiamo compiuto un lavoro aerobico. Quando il walkexercise diventa troppo intenso viene richiesta una maggiore quantità di energia, ma, non introducendo abbastanza ossigeno con la respirazione, si produce l'acido lattico che comincia ad accumularsi nel sangue e nei muscoli (e che verrà poi lentamente smaltito nella terza fase di recupero). Anche la produzione di anidride carbonica aumenta ed il respiro si fa più intenso. Una respirazione affannosa ed una sensazione diffusa di malessere segnalano che abbiamo superato la soglia anaerobica. Ciò che distingue il lavoro anaerobico da quello aerobico è appunto la presenza di acido lattico. Si può quindi definire un esercizio "aerobico" quando l'allenamento è al di sotto del punto in cui inizia la produzione di acido lattico, punto che viene chiamato soglia aerobica.

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